giovedì 29 novembre 2012

GERULFA anzichè GERULFIA

Paesaggio della Selva Gerulfa - Il Fiume MALONE alle porte dell'Abbazia di Fruttuaria - San Benigno C.se (TO)

La scelta del nome

L'Associazione no-profit di promozione turistica “SELVA GERULFA”, legalmente rappresentata dal Presidente Lino Bungaro ed accreditata presso il Comune di San Benigno C.se per aver organizzato la festa patronale di San Tiburzio ed. 2012, intende chiarire ai molti appassionati di storia locale qual'è il motivo che giustifica la scelta di tale denominazione.

Un anno fa', su iniziativa dei soci fondatori, tutti residenti ed operanti nel Canavese, ci siamo riuniti per valutare eventuali proposte a beneficio dello sviluppo economico di codesto territorio. Inoltre, per dare una connotazione storico-geografica all'iniziativa, abbiamo ricercato nei documenti del passato, archiviati presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, quale nome e simbolo necessitava adottare. Il metodo operativo della ricerca ci ha consentito di arrivare sino alle origini del Canavese, consultando anche i manoscritti più antichi. La seguente bibliografia è stata consultata a retroso:

Dizionario Geografico Storico Statistico Commerciale degli Stati si S.M. il Re di Sardegna
  di Goffredo Prof. Casalis – G. Maspero librajo – Torino 1836

Della Marca d'Ivrea
  di Jacopo Durandi – Stamperia di Bernardino Barberis – Torino 1804

Historia dell'Augusta Città di Torino
  del Conte e Cavaliere di Gran Croce D. EMANVELE TESAVRO – Torino 1679

Ministeriale Imperiale Gerulfo
  CD Lang n. 243 – MD, I/2, n. 119 – Anno 867 d.C. Aprile 16

I primi tre libri riportano il termine “Silva o Selva Gerulfia; mentre l'ultimo manoscritto, che risale all'epoca di Guidone I (capostipite della dinastia degli Anscarici – detentori della Marca d'Ivrea), riporta il termine “Silva o Selva Gerulfa. Il Ministeriale Imperiale Gerulfo era una sorta di trattato che, secondo la legge salica, stabiliva il rapporto vassallatico dei Franchi nei confronti dei Longobardi ed organizzava il territorio conquistato, in base al potere temporale esercitato dai Signori. Sicché il nome dell'Associazione coincide con quello del bacino, che risale a circa millecentoquarantaquattro anni fa.

Per ulteriori informazioni, contattare il Segretario Massimo Boarella cell. 393 2809770

Cordiali Saluti   
San Benigno C.se, lì 28 novembre 2012 Il Presidente
Pasquale Bungaro

venerdì 6 luglio 2012

LELLA BLU

Causa maltempo, lo spettacolo dell'orchestra LELLA BLU è rinviato a LUNEDI' 09 LUGLIO 2012

martedì 19 giugno 2012

Festa di San Tiburzio


Associazione di Promozione Turistica SELVA GERULFA
sede legale: C.so Cavour n. 15 – 10080 San Benigno C.se (TO)

blog http://selvagerulfa.blogspot.com p.e.c. selvagerulfa@pec.it
web http://www.selvagerulfa.com        e-mail: selvagerulfa@gmail.com

Cod. Fis. / P. IVA 10639780013
Presidente: Lino Bungaro
Vice Presidente: Alessandro Giallombardo
Segretario: Massimo Boarella
Tesoriere: Saveria Limongelli


UN BACINO NEL CANAVESE DA SALVAGUARDARE
L'Associazione di promozione turistica, denominata “Selva Gerulfa”, costituita il 01 dicembre 2011, agisce congiuntamente agli enti pubblici e privati, esistenti sul territorio, per organizzare attività culturali, ricreative, sportive, manifestazioni, spettacoli, sagre, fiere, eventi ludici, convegni, mostre, escursioni, itinerari turistici, al fine di aggregare ed animare il tempo libero degli abitanti, sensibilizzare i cittadini ed operatori all'accoglienza di qualsiasi forma di turismo, attirare ed intrattenere i visitatori, tutelare e valorizzare il paesaggio, promuovere qualsiasi iniziativa a favore del territorio, della cultura, della tradizione, della storia ed economia locale. La zona di appartenenza è prettamente del Basso Canavese, il nome stesso dell'associazione è stato scelto dai soci fondatori, per riscoprire le origini celtiche della foresta, appunto SILVA GERULFIA o SELVA GERULFA, che si estende dalla valle dell'Orco alla valle del Malone e comprende i comuni di Corio, Rocca C.se, Barbania, Levone, Rivara, Busano, Salassa, Oglianico, Favria, Rivarolo C.se, Feletto, Bosconero, San Benigno C.se, Volpiano, Brandizzo. Il sodalizio vuole partire da San Benigno C.se, dove sorge la storica torre campanaria dell'abbazia di Fruttuaria, costruita nel 1003-1007 dal Conte-Abate Guglielmo da Volpiano, nipote di Re Arduino. Il campanile romanico, stilizzato in bianco e nero, è divenuto l'emblema dell'associazione, perché è il monumento più antico, che ci ricorda la vita delle prime CURTIS, terreni coltivati ed agglomerati di case che conglobarono i villaggi preesistenti, dando origine agli attuali Comuni. Il primo evento si svolgerà dal 5 al 8 luglio, in occasione della festa dei Santi patroni–martiri Tiburzio, Primo e Feliciano, con la processione religiosa, le orchestre-spettacolo, il cabaret, nonché il servizio bar e ristorazione che sarà allestito nel cortile della palestra comunale di C.so Italia n. 36.

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Consiglio Direttivo


IL PRESIDENTE

Nel 1995, è stata costituita l'Associazione Turistica Pro Loco, di cui ho avuto il privilegio di essere eletto come Presidente, rimanendo in carica sino al 2000.
In tale occasione ho conosciuto meglio il paese in cui vivo con la mia famiglia dal 1981. La Pro Loco mi ha dato la possibilità di integrarmi con i sanbenignesi, anche se la professione è stata un efficace supporto nelle pubbliche relazioni.
Dopo tale esperienza, nel 2008, sono entrato nel consiglio direttivo dell'associazione Commercianti – Artigiani – Attività di Servizi e nel 2010 ho ricoperto la carica di presidente fino al 2011. Lo spirito di aggregazione dei sodalizi precedenti mi ha stimolato per costituire la nuova associazione Selva Gerulfa, che parte da San Benigno C.se ma abbraccia tutta la realtà del Basso Canavese.
La Festa Patronale, organizzata con le associazioni presenti sul territorio, è solo l'inizio di un'importante progetto di rilancio economico.

Ringrazio l'amministrazione comunale, la parrocchia, l'associazione di promozione turistica Pro Loco, l'associazione Amici di Fruttuaria, L'associazione Commercianti – Artigiani – Attività di Servizi, l'associazione nazionale alpini, la filarmonica Vincenzo Robaudi e tutti gli sponsor che ci hanno dimostrato la propria fiducia. Un particolare ringraziamento al direttivo dell'associazione Selva Gerulfa.
Lino Bungaro

IL SINDACO



Desidero ringraziare l’associazione Selva Gerulfa e tutte le associazioni che, con il loro contributo, dimostreranno che lavorare insieme per San Benigno porta a degli ottimi risultati, soprattutto per quanto riguarda la socializzazione.

La partecipazione attiva di tutti ci fa sentire uniti nella festa. Mi auguro che questa sia la prima di tante iniziative.

Solo con la passione di tanti volontari, si può pensare di realizzare questo genere di manifestazioni, perché le risorse economiche scarseggiano e la richiesta di servizi aumenta. Condividiamo e viviamo insieme i momenti che questa ci offre.

Maura Geminiani


IL PARROCO

Conobbi la parrocchia di San Benigno C.se negli anni '60, come vice-parroco. In seguito, fui nominato parroco di Mazzè, dove rimasi per ventiquattro anni, poi ritornai all'Abbazia di Fruttuaria nel 1992, quando fui nominato parroco.
Da allora continuo ad essere il prevosto dei sanbenignesi ed il custode delle reliquie dei santi protettori, che i monaci benedettini, insieme al Conte-Abate Guglielmo da Volpiano, portarono da Roma per venerazione.
Ogni anno, San Tiburzio ed i Santi Primo e Feliciano vengono portati in processione come patroni del paese. Ai tempi del Card. Amedeo Delle Lanze, ultimo abate di Fruttuaria, si faceva memoria anche dei martiri romani San Prospero e Santa Bonifacia, mentre si invocavano i Santi Clemente e Massimina per proteggere il raccolto dalle intemperie. L'unico santo di cui non si dispone delle reliquie è San Benigno da Digione, che diede il nome a questa comunità per volontà di Guglielmo da Volpiano, cugino di Re Arduino d'Ivrea.
Nei secoli, la popolazione è sempre stata di estrazione contadina, utilizzava il canale abbaziale per irrigare i campi e pregava molto. Oggi, necessita ricordare le nostre radici per comprendere chi siamo, da dove veniamo e soprattutto per rivalutare le consuetudini di un tempo.

Don Cesare Gallo


L'Ass.ne “AMICI DI FRUTTUARIA”

I Santi Primo e Feliciano erano due fratelli patrizi, decapitati al XV miglio della via Nomentana, durante la persecuzione di Diocleziano, nel 303 circa. San Tiburzio era un giovane studente di scienze forensi che intendeva seguire le orme del padre Agrestio Cromazio, prefetto di Roma nel 284. Entrambi convertiti da San Sebastiano, furono giustiziati dal nuovo prefetto Fabiano, sotto l'Impero di Diocleziano. Tiburzio fu costretto a camminare sui carboni ardenti: senza riportare alcuna ustione, in nome di Cristo, si fece forza e sfidò a sua volta il giudice a lavarsi le mani in un catino di acqua bollente al cospetto di Giove. Fabiano non osò provare e così, sentendosi umiliato da tale affronto, fece decapitare Tiburzio al terzo miglio della via Labicana, l'11 agosto del 286. Nell'Abbazia di Fruttuaria, oltre alle reliquie dei santi patroni, abbiamo un'opera del Defendente Ferrari, che ci propone nel trittico i momenti salienti della sua vita (battesimo con il padre, processo, supplizio e decapitazione). Nella stessa pala, a destra, è rappresentato Tiburzio con in mano la palma del martirio.
Marco Notario


La persecuzione cristiana ai tempi di San Tiburzio

Dal 200 al 300 d.C., la popolazione dell'Impero Romano si riduce a 50 milioni, il calo di 20 milioni è dovuto prevalentemente alle guerre e alla pestilenza. Alla fine del sec. III, la presenza dei cristiani nell'Impero era di circa 10 milioni di persone. Dopo la morte di Carino e Numeriano, figli di Marco Aurelio Caro, tutti uccisi in combattimento contro i Sasanidi, viene proclamato imperatore il Generale Gaius Aurelius Valerius Diocletianus (Diocleziano), era il 20 novembre 284 d.C. Inizia così l'estremo tentativo di annientare il cristianesimo da parte dell'Imperatore, perché i cristiani avevano creato uno Stato nello Stato, con proprie leggi e magistrati, possedevano un tesoro ed i decreti dei vescovi erano rispettati dai fedeli senza indugio, occorreva intervenire prima che acquisissero anche una forza militare. Anche per il Sommo Pontefice San Cajo, che rimase in carica tredici anni dal 283 al 296, non era una vita facile, costretto a nascondersi per sopravvivere alla persecuzione di Diocleziano. Inizia il periodo più glorioso per la Chiesa, in cui proliferano i detentori della Palma, simbolo della divina grazia per i Martiri Romani. Il teologo Origène Adamanzio (Alessandria d'Egitto 185 – Tiro 254 d.C.) disse: “Chiunque rende testimonianza alla verità, sia in parole, sia sostenendola in qualsiasi modo, può veramente essere chiamato MARTIRE”. Il Vescovo della terza città più importante dell'Asia Minore, Sant'Ignazio d'Antiochia (Siria 35 – Roma 107 d.C.), disse: “il giorno della morte per i Martiri è DIES NATALIS”, mentre per Origène: “un secondo battesimo più grande del primo”. Il dottore della Chiesa Sant'Agostino d'Ippona (Tagaste 354 – Ippona 430 d.C.) sostiene che i Martiri cristiani si distinguono non per la pena, ma per la causa del martirio, divenendo veri testimoni di una fede che non scende a compromessi. Grazie all'archeologo ed esploratore Papa San Damaso I ed i suoi diciott'anni di pontificato, dal 366 al 384, nel tempo di pace costantiniana, furono recuperate molte catacombe romane e venne onorata la memoria dei Martiri con epigrafi poetiche, composte dallo stesso San Damaso, che volle affermare l'unicità e la continuità di quella Chiesa per la quale i testimoni della fede avevano versato il proprio sangue. Tra questi Martiri, che vissero sotto il pontificato di San Cajo, si distinsero: San Sebastiano (Milano 256 – Roma 288 d.C.), capitano della prima coorte pretoria a difesa dell'Imperatore, nominato dal Sommo Ponteficie difensore della Chiesa Romana; il Beato Policarpo presbitero di Roma, che assistette San Sebastiano e battezzò molti martiri dell'epoca, compreso San Tiburzio.

Selva Gerulfa

domenica 26 febbraio 2012

BASSO CANAVESE

BASSO CANAVESE – Foresta Planiziale Occidentale

(Vauda, Selva Gerulfa e Selva Fullicia) n. 51 comuni



Zona SUD-OVEST conoide mediocente della Stura (dalla riva Nord della Stura di Lanzo a Sud della Vauda)

BALANGERO

MATHI

VILLANOVA CANAVESE

GROSSO

NOLE

CIRIE'

SAN MAURIZIO CANAVESE

CASELLE TORINESE

LEINI



Zona OVEST Vauda (Riserva Naturale della Vauda)

VAUDA CANAVESE

SAN CARLO CANAVESE

FRONT

SAN FRANCESCO AL CAMPO

RIVAROSSA

LOMBARDORE



Zona NORD-OVEST Selva Gerulfa (da Nord della Riserva Naturale della Vauda alla Valle del Malone)

CORIO

ROCCA CANAVESE

BARBANIA

LEVONE

RIVARA

BUSANO



Zona Centrale – parte occidentale Selva Gerulfa (tra il fiume Malone ed il fiume Orco)

SALASSA

SAN PONSO

OGLIANICO

FAVRIA

RIVAROLO CANAVESE

FELETTO

BOSCONERO

SAN BENIGNO CANAVESE

VOLPIANO

BRANDIZZO



Zona Centrale – parte orientale Selva Fullicia (da Sud-Ovest dell'Anfiteatro Morenico alla riva Est dell'Orco)

OZEGNA

CUCEGLIO

MONTALENGHE

SAN GIORGIO CANAVESE

CICONIO

SAN GIUSTO CANAVESE

FOGLIZZO

MONTANARO

CHIVASSO



Zona SUD-EST Selva Fullicia (da Sud dell'Anfiteatro Morenico alla riva Ovest della Dora Baltea)

ORIO CANAVESE

BARONE CANAVESE

CANDIA CANAVESE

VISCHE

CALUSO

MAZZE'

RONDISSONE



Zona NORD-EST Selva Fullicia (da Sud-Est dell'Anfiteatro Morenico alla riva Est della Dora Baltea)

BORGOMASIMO

MAGLIONE

MONCRIVELLO (VC)

VILLAREGGIA


Cenni Storici

Diecimila anni fa, dopo lo scioglimento dei ghiacciai, le acque si ritirarono nel Mar Adriatico, generando la Foresta Planiziale, l'attuale Pianura Padana. Nel IV secolo a.C. , la parte occidentale della Foresta Planiziale, era abitata dai taurini e dai salassi, popolazioni di origine Celto-Ligure, che si espansero fino in Valle D'Aosta, dove s'incrociarono con i galli.

Il primo passaggio romano, nel territorio dei salassi, avvenne alla fine della seconda guerra punica, dopo la vittoria di Scipione l'Africano su Annibale (202 a.C.). Nel 143 a.C. , il console romano Appio Claudio Pulcro tentò di controllare la zona prealpina per contrastare le minacce dei galli, alleati con i cartaginesi, ma fu respindo dai salassi. Solo nell'anno 100 a.C., il senato romano ebbe il controllo sulla pianura della Dora Baltea e costruì la colonia romana denominata "Augusta Eporedia" (Ivrea). In quel tempo, tra il Po e la Dora Riparia, abitavano i taurini, che si espansero anche nella Val di Susa. Nel 58 a.C. , Giulio Cesare, di ritorno dalla Gallia, insediò un accampamento militare, un castrum, che dopo la morte di Cesare, il triumvirato dedusse una colonia detta "Julia Taurinorum". La definitiva fondazione di Torino avvenne per opera di Augusto, che intorno al 28 a.C. , dedusse una seconda colonia, con il nome di "Julia Augusta Taurinorun". La progressiva conquista della Gallia modificò l'importanza strategica dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo, ponendo il problema del controllo della valle, abitata dai salassi, che ostacolarono il passaggio dei soldati e dei mercanti. Dopo una serie di spedizioni militari e di trattati dall'incerto esito, nel 25 a.C. , Cesare Augusto inviò il futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena a capo di un esercito consistente, che sconfisse definitivamente i salassi. In breve tempo, all'incrocio delle vie del Grande e Piccolo San Bernardo ed alla confluenza dei fiumi Dora Baltea e Buthier, nacque "Augusta Praetoria Salassorum" (Aosta), costruita su modello dell'accampamento militare romano. Per cinque secoli, il Canavese fu un importante crocevia dell'Impero Romano.

Con l'affievolirsi della potenza romana, i borgognoni, gli ostrogoti ed i longobardi si impadronirono di Eporedia. Dopo il 568, i longobardi divisero il Piemonte in quattro ducati: Torino, Asti, Ivrea e S. Giulio d'Orta. Nel 773, Carlo Magno invase l'Italia attraverso la Valle di Susa e i franchi si imposero come ceto dominante, sovrapponendosi alle etnie locali e organizzando un ordinamento territoriale. La prima volta che ricorre il nome "Canavese", per definire un distretto, forse una curtis, risale al 874 d.C. , quando l'imperatore Ludovico II dona alla chiesa di Vercelli "curten canavesem cum castro quod dicitur Riparupta". Il termine Canavese deriverebbe da Can-Ava, cascina o fattoria sull'acqua. Alcuni documenti descrivono tale zona segnata dall'aprirsi delle valli Chiusella, Orco e Soana sino alle Vaude ed alle selve Fullicia e Gerulfa. Nel 888 d.C. , i franchi, dopo aver sconfitto i longobardi, costituiscono il Canavese in ducato. Nel 891, il feudatario franco Anscario I, fratello di Guido conte di Spoleto, ottiene la marca d'Ivrea, che comprende il Canavese, Vercelli, Novara, Asti e Torino. Alla fine del IX secolo il Piemonte risultava governato dall'unica marca d'Ivrea, affidata alla famiglia degli Anscari, che deve adeguarsi alla contesa del potere tra franchi e sassoni. Nel 950, Berengario II, successore di Ugo di Provenza, viene riconosciuto re d'Italia dall'imperatore Ottone I di Sassonia e la marca d'Ivrea, nel 961, si articolò in quattro nuove marche:
  1. La marca "Anscarica" di Berengario II, che comprende Ivrea e Milano.
  2. La marca "Arduinica"  di Arduino il Glabro, che comprende Torino - Saluzzo - Imperia - Nizza.
  3. La marca "Aleramica" di Aleramo che comprende Vercelli - Casale M.to - Savona - Finale L.re.
  4. La marca "Obertenga" di Oberto conte di Luni, che comprende Parma - La Spezia - Genova.
Nel 989, la marca d'Ivrea  passa ad Arduino I, grande avversario dell'allora vescovo filo-imperiale Wermundo. Arduino I d'Ivrea contrasta gli Ottoni, si oppone alle immunità largamente concesse dagli imperatori a favore del potere temporale dei vescovi e tiene testa alla Chiesa. Nell'anno 1002, approfittando della morte di Ottone III, Arduino raccoglie intorno a sè vassalli e cittadini di nobiltà minore campagnola - "i secundi milites" - favorevoli alla sua politica e viene incoronato Re d'Italia, nella storica basilica di San Michele Maggiore, a Pavia. Arduino I sarà l'ultimo re italico, che rende Ivrea capitale del Regno d'Italia, prima dell'unione delle corone d'Italia e di Germania. Enrico II di Bavaria, successore dell'imperatore, scende in Italia per domare re Arduino, il quale respinge ogni attacco a Verona. Nel 1004, invece, Arduino viene sconfitto alle Chiuse della Valsugana e, tre anni dopo, si ritira nel Canavese, presso la rocca di Sperone, dove resiste all'assedio imperiale. Il regno del valoroso Arduino durerà fino al 1014, anno in cui iniziò a soffrire di forti amnesie, che lo costrinsero a ritirarsi definitivamente a San Benigno Canavese, nell'abbazia di Fruttuaria, costruita dal nipote Guglielmo da Volpiano, dove morirà il 14 ottobre 1014. Nel 1015, gli Anscari persero definitivamente la marca d'Ivrea ad opera di Olderico Manfredi II, signore della Marca di Torino e cugino di Arduino d'Ivrea. Nel 1051, il marchese di Torino e Susa, Olderico Manfredi II, diede in sposa sua figlia Adelaide a Oddone I, conte di Savoia e figlio di Umberto I Biancamano.  Secondo la regola longobarda, tutti i possedimenti ed i titoli delle figlie femmine, vengono eriditati dal genero. In quasi tutto il Piemonte, aumentò il potere dei vescovi e iniziarono a diventare potenti alcune nuove casate: i marchesi di Saluzzo e i conti di Savoia. Il Canavese diviene così territorio della marca di Torino e rimane sotto il controllo dei Savoia sino al 1946, per ottocentonovantacinque anni.

Recapiti

Associazione    di    Promozione   Turistica
S e l v a   G e r u l f a

Sede  Legale:   C.so Cavour n. 15  -  10080  San Benigno Canavese

blog   http://selvagerulfa.blogspot.com      p.e.c.  selvagerulfa@pec.it

web  http://www.selvagerulfa.com   e-mail selvagerulfa@gmail.com

Cod. Fis. / P. IVA 10639780013

 
Presidente   Lino Bungaro                              cell.  331 2036859

Vice  Pres.  Alessandro Giallombardo            cell.  392 7639786

Segretatio   Massimo Boarella                        cell.  393 5981049

Tesoriere   Saveria Limongelli                        cell.  338 1742882