Associazione
di Promozione Turistica SELVA
GERULFA
sede
legale: C.so Cavour n. 15 – 10080 San Benigno C.se (TO)
Cod.
Fis. / P. IVA 10639780013
Presidente:
Lino Bungaro
Vice
Presidente:
Alessandro Giallombardo
Segretario:
Massimo
Boarella
Tesoriere:
Saveria
Limongelli
UN
BACINO NEL CANAVESE DA SALVAGUARDARE
L'Associazione
di promozione turistica, denominata “Selva
Gerulfa”,
costituita il 01 dicembre 2011, agisce congiuntamente agli enti
pubblici e privati, esistenti sul territorio, per organizzare
attività culturali, ricreative, sportive, manifestazioni,
spettacoli, sagre, fiere, eventi ludici, convegni, mostre,
escursioni, itinerari turistici, al fine di aggregare ed animare il
tempo libero degli abitanti, sensibilizzare i cittadini ed operatori
all'accoglienza di qualsiasi forma di turismo, attirare ed
intrattenere i visitatori, tutelare e valorizzare il paesaggio,
promuovere qualsiasi iniziativa a favore del territorio, della
cultura, della tradizione, della storia ed economia locale. La zona
di appartenenza è prettamente del Basso Canavese, il nome stesso
dell'associazione è stato scelto dai soci fondatori, per riscoprire
le origini celtiche della foresta, appunto SILVA GERULFIA o SELVA
GERULFA, che si estende dalla valle dell'Orco alla valle del Malone e
comprende i comuni di Corio, Rocca C.se, Barbania, Levone, Rivara,
Busano, Salassa, Oglianico, Favria, Rivarolo C.se, Feletto,
Bosconero, San Benigno C.se, Volpiano, Brandizzo. Il sodalizio vuole
partire da San Benigno C.se, dove sorge la storica torre campanaria
dell'abbazia di Fruttuaria, costruita nel 1003-1007 dal Conte-Abate
Guglielmo da Volpiano, nipote di Re Arduino. Il campanile romanico,
stilizzato in bianco e nero, è divenuto l'emblema dell'associazione,
perché è il monumento più antico, che ci ricorda la vita delle
prime CURTIS, terreni coltivati ed agglomerati di case che
conglobarono i villaggi preesistenti, dando origine agli attuali
Comuni. Il primo evento si svolgerà dal 5 al 8 luglio, in occasione
della festa dei Santi patroni–martiri Tiburzio, Primo e Feliciano,
con la processione religiosa, le orchestre-spettacolo, il cabaret,
nonché il servizio bar e ristorazione che sarà allestito nel
cortile della palestra comunale di C.so Italia n. 36.
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Consiglio
Direttivo
IL
PRESIDENTE
Nel
1995, è stata costituita l'Associazione Turistica Pro
Loco, di cui ho avuto il privilegio di essere eletto come Presidente,
rimanendo in carica sino al 2000.
In tale occasione ho conosciuto
meglio il paese in cui vivo con la mia famiglia dal 1981. La Pro Loco
mi ha dato la possibilità di integrarmi con i sanbenignesi, anche se
la professione è stata un efficace supporto nelle pubbliche
relazioni.
Dopo tale esperienza, nel 2008, sono entrato nel consiglio
direttivo dell'associazione Commercianti – Artigiani – Attività
di Servizi e nel 2010 ho ricoperto la carica di presidente fino al
2011. Lo
spirito di aggregazione dei sodalizi precedenti mi ha stimolato per
costituire la
nuova associazione Selva Gerulfa, che parte da San Benigno C.se ma
abbraccia tutta la realtà del Basso Canavese.
La Festa Patronale,
organizzata con le associazioni presenti sul territorio, è solo
l'inizio di un'importante progetto di rilancio economico.
Ringrazio
l'amministrazione comunale, la parrocchia, l'associazione di
promozione turistica Pro Loco, l'associazione Amici di Fruttuaria,
L'associazione Commercianti – Artigiani – Attività di Servizi,
l'associazione nazionale alpini, la filarmonica Vincenzo Robaudi e
tutti gli sponsor che ci hanno dimostrato la propria fiducia. Un
particolare ringraziamento al direttivo dell'associazione Selva
Gerulfa.
Lino
Bungaro
IL
SINDACO
Desidero
ringraziare l’associazione Selva Gerulfa
e tutte le associazioni che, con il loro contributo, dimostreranno
che lavorare insieme per San Benigno porta a degli ottimi risultati,
soprattutto per quanto riguarda la socializzazione.
La
partecipazione attiva di tutti ci fa sentire uniti
nella festa. Mi auguro che questa sia la prima di tante iniziative.
Solo
con la passione di tanti volontari, si può pensare di realizzare
questo genere di manifestazioni, perché le risorse economiche
scarseggiano e la richiesta di servizi aumenta. Condividiamo e
viviamo insieme i momenti che questa ci offre.
Maura
Geminiani
IL
PARROCO
Conobbi
la parrocchia di San Benigno C.se negli anni '60,
come vice-parroco. In seguito, fui nominato parroco di Mazzè, dove
rimasi per ventiquattro anni, poi ritornai all'Abbazia di Fruttuaria
nel 1992, quando fui nominato parroco.
Da allora continuo ad essere
il prevosto dei sanbenignesi ed il custode delle reliquie dei santi
protettori, che i monaci benedettini, insieme al Conte-Abate
Guglielmo da Volpiano, portarono da Roma per venerazione.
Ogni anno,
San Tiburzio ed i Santi Primo e Feliciano vengono portati in
processione come patroni del paese. Ai
tempi del Card. Amedeo Delle Lanze, ultimo abate di Fruttuaria, si
faceva memoria
anche dei martiri romani San Prospero e Santa Bonifacia, mentre si
invocavano i Santi Clemente e Massimina per proteggere il raccolto
dalle intemperie. L'unico santo di cui non si dispone delle reliquie
è San Benigno da Digione, che diede il nome a questa comunità per
volontà di Guglielmo da Volpiano, cugino di Re Arduino d'Ivrea.
Nei
secoli, la popolazione è sempre stata di estrazione contadina,
utilizzava il canale abbaziale per irrigare i campi e pregava molto.
Oggi, necessita ricordare le nostre radici per comprendere chi siamo,
da dove veniamo e soprattutto per rivalutare le consuetudini di un
tempo.
Don
Cesare Gallo
L'Ass.ne
“AMICI DI FRUTTUARIA”
Marco
Notario
La persecuzione cristiana ai
tempi di San Tiburzio
Dal
200 al 300 d.C., la popolazione dell'Impero Romano si riduce a 50
milioni, il calo di 20 milioni è dovuto prevalentemente alle guerre
e alla pestilenza. Alla fine del sec. III, la presenza dei cristiani
nell'Impero era di circa 10 milioni di persone. Dopo la morte di
Carino e Numeriano, figli di Marco Aurelio Caro, tutti uccisi in
combattimento contro i Sasanidi, viene proclamato imperatore il
Generale Gaius Aurelius Valerius Diocletianus (Diocleziano), era il
20 novembre 284 d.C. Inizia così l'estremo tentativo di annientare
il cristianesimo da parte dell'Imperatore, perché i cristiani
avevano creato uno Stato nello Stato, con proprie leggi e magistrati,
possedevano un tesoro ed i decreti dei vescovi erano rispettati dai
fedeli senza indugio, occorreva intervenire prima che acquisissero
anche una forza militare. Anche per il Sommo Pontefice San Cajo, che
rimase in carica tredici anni dal 283 al 296, non era una vita
facile, costretto a nascondersi per sopravvivere alla persecuzione di
Diocleziano. Inizia il periodo più glorioso per la Chiesa, in cui
proliferano i detentori della Palma, simbolo della divina grazia per
i Martiri Romani. Il teologo Origène Adamanzio (Alessandria d'Egitto
185 – Tiro 254 d.C.) disse: “Chiunque
rende testimonianza alla verità, sia in parole, sia sostenendola in
qualsiasi modo, può veramente essere chiamato MARTIRE”.
Il Vescovo della terza città più importante dell'Asia Minore,
Sant'Ignazio d'Antiochia (Siria 35 – Roma 107 d.C.), disse: “il
giorno della morte per i Martiri è DIES NATALIS”,
mentre per Origène: “un
secondo battesimo più grande del primo”.
Il dottore della Chiesa Sant'Agostino d'Ippona (Tagaste 354 –
Ippona 430 d.C.) sostiene che i Martiri cristiani si distinguono non
per la pena, ma per la causa del martirio, divenendo veri testimoni
di una fede che non scende a compromessi. Grazie all'archeologo ed
esploratore Papa San Damaso I ed i suoi diciott'anni di pontificato,
dal 366 al 384, nel tempo di pace costantiniana, furono recuperate
molte catacombe romane e venne onorata la memoria dei Martiri con
epigrafi poetiche, composte dallo stesso San Damaso, che volle
affermare l'unicità e la continuità di quella Chiesa per la quale i
testimoni della fede avevano versato il proprio sangue. Tra questi
Martiri, che vissero sotto il pontificato di San Cajo, si distinsero:
San Sebastiano (Milano 256 – Roma 288 d.C.), capitano della prima
coorte pretoria a difesa dell'Imperatore, nominato dal Sommo
Ponteficie difensore della Chiesa Romana; il Beato Policarpo
presbitero di Roma, che assistette San Sebastiano e battezzò molti
martiri dell'epoca, compreso San Tiburzio.
Selva
Gerulfa